giro di mezzo mondo e qualche briciola

 

maggio 2012. genova-cagliari

 

 

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Se prima ero solo a navigare su Adaro, adesso siamo in 5 a navigare su Adaro!!...

 

Maggio 2012 Adaro è a casa. A Cagliari.
E' troppo pericoloso passare per il Mar Rosso e allora piuttosto che lasciarla in Malesia abbiamo deciso di riportarla in Italia su una nave. Fa strano non finire il giro del mondo ma le cose cambiano e non si può fare tutto.

Siamo andati a prenderla a Genova. Se l'imbarco in Thailandia è stato uno strazio, con tempi lunghissimi, ritardi, giorni e giorni persi con Ale solo a girare in motorino per ammazzare le giornate, devo dire che a Genova la nave è arrivata al giorno stabilito e ha scaricato la nostra barca solo con una manciata di ore di ritardo. Ad aspettarla c'eravamo tutti: Ale, Manu, Giulia(3 anni e mezzo), Buba(quasi 2 anni) e Romeo(quasi 5 mesi) che ancora non l'aveva mai vista. In porto a Genova ci fanno aspettare nella sala mensa dei lavoratori del porto e devo dire che sono molto gentili. Regalano a Buba e Giulia un kit cantiere con casco mantellina arancione e un diario pieno di adesivi...insomma il tempo passa e verso sera vediamo Adaro affiancata alla banchina, in acqua.

Scendiamo di corsa. Tutti a bordo! Troviamo Ale in pozzetto vicino a una bacinella (quella del bagno dei bimbi) con 2 papaye e 2 manghi...non i frutti, ma proprio le piante, da piantare nel nostro giardino (non giardinetto) a casa, sulla terra ferma.

La prima notte ormeggiamo in porto a Genova di fronte all'acquario. Peccato che andiamo di fretta, sennò una gita a terra non ce la levava nessuno, ma i tempi sono stretti, come al solito e allora pazienza se il meteo non è proprio favorevole, il giorno dopo alle 5 siamo già in mare direzione SUD strano dopo tanto OVEST.

Le prime due ore di navigazione ce le facciamo a motore. Giulia e Buba sono stesi in dinette con delle bacinelle in mano. "che succede?" - "niente tesoro, è normale all'inizio avere questo "fastidio" ma poi passa..." e cosi tra un gomitino e l'altro passiamo la prima mattinata poi, asper fortuna, passa davvero! Romeo invece sta benissimo, ma come ci dicevano in Polinesia, finchè non camminano non possono soffrire il mal di mare perchè non hanno ancora sviluppato q.cosa che ha a che fare con l'orecchio, l'equilibrio, e vabè.

Passa anche il pomeriggio, si rolla, si smotora, si rompe il pilota automatico (mustafà è smontato) ma per fortuna era solo un bullone che era partito, Ale lo sistema in 10 minuti. E' già scuro quando diamo ancora davanti a Calvì. Il giorno dopo ci svegliamo davanti al paese. Che bellos vegliarsi in mare, uscire e sentire l'aria di mare. Ma non c'è tempo per il romanticismo, si riparte. Avvisi di burrasca e infatti una la prendiamo che ci spinge veloci a vela verso sud. Fuori diluvia e soffia il vento. Sotto coperta i bimbi giocano tutti e tre insieme nel "pollaio", nella cuccetta con la rete arancione. Buttiamo su una pizza va... passata la burrasca va via anche il vento e si ricomincia a smotorare. La sera arriviamo ad Ajaccio. A pochi metri dagli scogli il motore si spegne. solita maledetta nafta indonesiana piena di schifezze. Come al solito Ale la risolve alla svelta, in 10 minuti cambia i filtri, spurga tutto e il motore riparte...ma che 10 minuti però! Gli scogli erano proprio vicini, il vento non c'era e anche la corrente non era forte, ma comunque ci avvicinavamo. E mallora cominci a pensare...NO, con i bambini non si può. Noi alle brutte ci tuffiamo ma 3 bimbi che non sanno nuotare, il mare freddo,...vabè, inutile pensarci, facciamo ancora qualche miglia e diamo ancora davanti ad una spiaggia. Il giorno dopo si riparte ancora a motore. La vita in navigazione con 3 bimbi è intensa. Si cucina, si cerca di mettere un pò in ordine, si gioca, si colora...per fortuna a bordo ci sono tanti giochi e tanti libricini di Giulia quando era piccola. La giornata vola e arriviamo al tramonto ad Asinara. Bellissima l'isola. Inquietante l'ormeggio (se pur comodo con le boe) di fronte al carcere, un posto certo non allegro. La mattiana dopo si riparte, un pò di vela, un pò di motore, un pò di litigate tra i bimbi, un pò di tetta a Romeo e la sera siamo ad Alghero. Dormiamo in porto. Che spettacolo, il porto in centro città. Scendiamo tutti a fare un giro e a mangiare un gelato, malgrado la pioggerella. Ale va a fare la spesa e torna con uno scartoccio di gamberi...e vai, spaghettata! Presto, la mattina, ci sfiliamo dal porto e andiamo per la nostra rotta. Prossima fermata Sant Antioco. Intanto i giorni passano e ritroviamo il "piede marino", i bimibi si divertono a camminare nella barca che rolla, e io non faccio altro che dire "ti devi tenere, una mano a te, una alla barca...." piano piano a forsa di capitomboli imparano! imparano anche a salire e scendere dalla scaletta per andare in pozzetto. imparano a restare in pozzetto in navigazione, imparano a fare le cose quando gliele dici, e anche in fretta perchè a volte BISOGNA fare bene e in fretta, le spiegazioni vengono dopo. Giulia e buba mangiano seduti per terra sul tappeto e, miracolo, il tappeto non è sporchissimo, hanno imparato pure a mangiare bene da soli. Hanno imparato che non si passa per la cucina quando ci sono le pentole sul fuoco, e anche che in certi momenti non possono fare i capricci: quando mamma e papà "parcheggiano" la barca, loro devono stare buoni nella loro cabina a giocare da soli. Certo a non mi ricordo più quale ormeggio a un certo punto abbiamo visto spuntare la testolina di Buba in pozzetto, e allora è rimasto in pozzetto "buonobuono" come dice lui...ma poi a ormeggio finito si è beccato una bella lavata di quel capoccino e infatti poi le volte dopo è rimasto giù. Insomma è evidente che la barca è un ambiente perfetto per i bambini! ci sono delle regole e bisogna rispettarle. ci sono Mamma e Papà e con loro ci si diverte tantissimo, si fanno tanti giochi, si scoprono vele, winch, strumenti (in 2 secondi Buba ha toccato i tasti del pilota e non capivamo più come risistemarlo), si sta insieme, si obbedisce, i ruoli e le regole sono chiari perchè sennò non si può continuare a stare in barca, non si può arrivare a Cagliari.

Dov'eravamo rimasti? A Calasetta dormiamo in rada, poi la mattina entriamo in porto per sentire un signore di un cantiere, ma ci da buca e allora dopo un ricco cappuccino e cornetto e giro al mercatino si riparte. Che giornata meravigliosa. Non c'è vento, ma neppure onda e andiamo a motore, passiamo davanti a Chia, arriviamo a Nora e li diamo un saluto ai nonni che ci aspettavano in spiaggia vicino a Sant Efisio, poi "giriamo l'angolo" e arriva il vento. Le ultime ore fino a cagliari sono uno spettacolo, una ventina di nodi in poppa. barca piatta. sole. pura goduria. L'arrivo a Cagliari dal mare al tramonto è mozzafiato. Che città meravigliosa. Entriamo in porto, davanti a via Roma. Fine della traversata. Ceniamo a bordo e rimaniamo a dormire. non abbiamo voglia di scendere. i bimbi si addormentano e Ale ed io ci facciamo una bistecca con vino rosso e tantissimi sono i pensieri e i ricordi. Da una parte non vorremmo mai venderla Adaro. Ci ha dato cosi tanto, dei momenti indimenticabili, i figli, gli incontri e le amicizie, dei mari bellissimi...come si fa a venderla? D'altro canto come si fa a tenerla? E' una barca fatta per vivere a bordo, per navigare, per girare il mondo. Solida e comoda. Sarebbe un peccato tenerla ferma in un porto per farci qualche settimana l'anno. Due case sono troppe e con 3 bambini piccoli si sta meglio a terra, in campagna. Oggi andiamo a piantare pomodori zucchine e melanzane nell'orto sinergico. coltiviamo il nostro giardino!

 

PS

- giuia ti è piaciuto andare in barca?
- si mamma

- ma a volte è stato faticoso?
- no mamma, solo divertente



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