il 16 maggio lasciamo tahuata, ritorniamo per qualche giorno a Hiva Oa e poi andiamo verso le isole del nord.
L'ormeggio di Atuona non è un granchè, bisogna mettere l'ancora di poppa e anche cosi a volte entra un'onda luga che fa ballare tutte le barche di qua e di la. Dopo una notte in bianco decidiamo di partire. Facciamo una sosta in un altro ormeggio a nord di Hiva Oa, molto bello, in un'insenatura tra due montagne, ma anche li entra dell'onda e non si dorme.
Siamo pronti per andare verso le isole del Nord! Con una giornata di navigazione con vento portante arriviamo a Ua Pou. L'ormeggio è dentro un piccolo porticciolo, anche qui bisogna dare l'ancora di poppa ma non si rolla. Il villaggio è molto bello, con case basse che non si vedono quasi dal mare e cavalli che girano praticamente liberi per le strade! C'è una grande scuola, la più grande delle marchesi, dove i ragazzi possono studiare fino al liceo. Conosciamo Ginesta, una tredicenne rotondetta molto simpatica che muore dalla curiosità e dalla voglia di salire in barca. Come la capisco, anche io a Ventotene da ragazzina non so cosa avrei dato per salire sulle barche a vela!
La invitiamo a bordo e si presenta con una sua amichetta e con uno zaino pieno di limoni, aranci e pompelmo, una botta di vitaminaC!
All'ormeggio accanto a noi c'è Pelagic, una barca con una bandiera dell'Alaska e con a prua una distesa di pannolini ad asciugare. E' una coppia di americani che vivevano in Alaska, lei di origini libanesi, con un bambino di 18 mesi a bordo. Ci invitano da loro per vedere come hanno attrezzato la barca e tra una chiacchiera e l'altra facciamo uno "scambio gastroculturale": noi gli diamo la "mamma" del Tatanai per fare il formaggio e loro ci danno lo starter per fare il pane. Il procedimento è un pò lungo ma con una mezzoretta di cottura, quindi con poco consumo di gas, vengono due belle pagnottelle che durano quasi una settimana.
Il martedi, alle 5 di mattina siamo stati svegliati dalle sirene dell'AraNui, una barca da crociera che porta anche dei container da Tahiti alle Marchesi e ritorno. Nel frattempo al villaggio è iniziato tutto un movimento di macchine e persone: in una capannona sulla spiaggia hanno allestito dei tavoli con oggetti di artigianato, ciondoli e collane con le ossa scolpite, oggetti in legno, collane con semi rossi e neri, e dei tavoli con cose tipiche da mangiare. Noi, da veri marmellotti, ci siamo comprati un piatto di riso con pollo alle verdure. Il profumo era buono e a guardarlo sembrava un bel piatto gustoso, la signora ci ha riempito una bella vaschetta di plastica e ci ha chiesto 1000 franchi polinesiani, alchè la ragazzina che stava seduta li vicino ha fatto una faccia come per dire "ammappa che polli, ma quanto lo pagano sto piatto? di solito costa la metà!!!!" vabè...un pò meno di 10 euro, ma era veramente abbondante e buono, ci abbiamo pranzato in due.
Sempre in onore dei turisti dell'AraNui, gli abitanti di Ua Pou avevano organizzato uno spettacolo con delle danze marchesiane. Le donne fanno una danza molto sensuale, una via di mezzo tra la danza orientale e quella indiana, mentre gli uomini ballano al ritmo dei tamburi e fanno dei gesti che vogliono quasi spaventare, molto seri e "arrabbiati"!
Dopo qualche giorno decidiamo di spostarci e andiamo in una baia di Hakahetau, a Nord Ovest. La baia è bella, il villaggio piccolo e carino, ma l'ormeggio è molto rollante. A terra conosciamo un ragazzo che ci invita a pranzo da lui, accettiamo e ci troviamo a mangiare in mezzo a polli, gatti, cani in una casa piuttosto sporchetta, ma lui e la sua famiglia sono molto gentili, ci preparano il frutto dell'albero del pane al bbcue con una salsa di cocco e del sushi che non mi azzardo a toccare!
il padre, Etienne, quando ha visto che c'erano 5 barche in rada mi ha detto "quand je vois tous ces bateaux, j'ai envie de faire la fete!"...e allora facciamola la festa! Passiamo ad avvertire le altre barche e la sera facciamo un bel bbcue a terra sul molo con bruschette, cosce di pollo, albero del pane, sushi...ogni barca ha portato qualcosa, abbaimo unito le forze e la serata è stata molto carina. C'era tutta la famiglia di Etienne, Casteele una barca con due ragazze che abbiamo incontrato già molte volte, Ahu una barca con due signori lui austriaco lei olandese che hanno vissuto per anni in Italia, un americano con la figlia e noi.
Poco fuori dal villaggio c'è una zona archeologica e a una mezz'oretta di camminata ci sono delle cascate. Ci siamo incamminati ma poi abbiamo pensato di aver sbagliato strada e siamo tornati indietro, mi sa che ci mancava poco!
Sempre al villaggio c'è un museo di oggetti di artigianato, molto belli, e accanto al muse c'è la casa di Piero un franco-siciliano che vive qui da qualche anno con la moglie polinesiana. Ci fermiamo a chiacchierare e ci invita per il giorno dopo per passarci un pò di film in dvx. Arriviamo da lui verso le 3 di pomeriggio e nel suo snack c'era ancora una tavolata: una famiglia che festeggiava la prima comunione della figlia. Dopo un pò se ne vanno e noi rimaniamo tutta la serata con Piero e la moglie. Mangiamo un pò del maialetto avanzato dalla comunione (cotto un pò alla sarda, una delizia) e chiacchieriamo dell'italia, della polinesia, dei nomi dei bambini polinesiani, del giardino che la moglie cura veramente bene, del suo lavoro. Lo snack che hanno messo su è molto accogliente, fresco e pulito, passiamo un bellissimo pomeriggio in ottima compagnia.
Su un terreno che apparteneva ai genitori della moglie hanno costruito una casa senza cucina e un'altra casa per lo snack con la cucina, un pò come una cucina con una grande sala da pranzo all'aperto dove loro mangiano e accolgono gli ospiti.
Prima di partire ci danno un Doggybag che accettiamo con grande piacere: maialetto, verdure e riso!
Il giorno dopo partiamo per Noku Hiva, facciamo una bella veleggiata e arriviamo a Taiohae dove ritroviamo Sea-Lance, la Colombe e Federico sul suo barchino giallo. Lo invitiamo a pranzo e ci facciamo belli con il doggybag di Piero!
La baia di Taiohae è molto grande e profonda, l'entrata è facile, ci sono tante barche, ne contiamo una trentina, ma anche qui si rolla! In paese c'è la fiera dell'agricoltura, da morire dalle risate! Una fiera bellissima piena di stand e concorsi. A pranzo ci fermiamo li e mangiamo un'aragosta al sugo veramente buona con contorno di verdure varie (manioca, tarot, frutto del pane) poi continuiamo a girare per gli stand. C'è il fioraio con fiori e piantine di basilico, c'è uno stand del ministero della salute che, in collaborazione con la scuola di cucina dell'isola, offre degustazioni di prodotti tipici...e noi diventiamo i degustatori doc! Ormai quando incontriamo lo chef o la signora dello stand ci invitano ad assaggiare i prodotti e ci chiedono i nostri pareri! Il cuoco è il prof di cucina alla scuola tecnica, sta qui per 4 anni con la sua famiglia. Lui lavora 3 giorni a settimana e la moglie insegna "pulizia della casa" alle ragazze di taiohae, 6 ore a settimana!! Sono molto simpatici e ci invitano a casa loro a prendere un aperitivo!
Per quanto riguarda i concorsi c'è quello di "costruzione di pagode" bellissimo. Gli uomini, divisi in gruppi, hanno 6 giorni per realizzare una canoa a partire da un tronco d'albero e dalla mattina alla sera li senti segare e scartavetrare...sono molto presi e già al terzo giorno si iniziano a vedere i risultati! Poi c'è il concorso del cesto di frutta più colorato e della corona di fiori più profumata, molto del profumo è dato dal basilico! Un'altro giorno c'è il concorso di Tifaifai, sono delle stoffe intarsiate e cucite con cui fanno dei copriletto colorati con disegni di fiori e piante, veramente belli, per finirli e cucirli tutti ci vuole più di un mese, al concorso si limitano ad imbastire, e poi li vendono a 400euro!!!
I
bambnini possono partecipare al concorso per la costruzione della canna da pesca, e poi, insieme alle donne, al concorso di pesca sugli scogli dietro al porto.
E' veramente divertente, e tutto il villaggio partecipa alla festa, si diverte e mangia nei chioschetti.
Ma nel frattempo la vita continua, i pescatori escono la notte e la mattina ci svegliamo alle 5 per andare a vedere che si rimedia! Una meraviglia: hanno dei sacchi pieni di granchi, dei bei tonni pinna gialla e, finalmente, delle belle aragoste! Ne prendiamo 2 da un chiletto ciascuna e bisogna ammettere che appena fatte, semplici semplici, solo bollite, hanno un sapore veramente divino!
Il sabato poi c'è il mercato...ci risvegliamo all'alba (alle 6 pare sia già tutto venduto) e andiamo a terra per prendere un pò di verdure e un filetto di tonno (1 kg per 4 euro, viva il sushi!!). Facciamo colazione con un pain au chocolat e una girella all'uvetta e poi torniamo in barca.
Io non me ne andrei più, ma c'è da dire che all'ormeggio si rolla molto e che l'acqua nella baia non è proprio bellissima quindi decidiamo di muoverci ed andare alla baia di Anaho (a Nord Est dell'isola). Per arrivarci facciamo il giro da ovest e ci dice veramnete male!! Le ultime dieci miglia le facciamo con 30 nodi di vento sul naso e corrente contro. A motore non ci muoviamo quindi bordeggiamo bordeggiamo e bordeggiamo...non si arrivava mai!
Ma una volta buttata l'ancora nella baia tutta la fatica è dimenticata. L'acqua è bella, l'ormeggio calmo e tranquillo, forse il posto più bello delle marchesi, con delle montagne che cadono a strapiombo sulla spiaggia, e, sulla spiaggia, dei cavalli che si fanno il bagno al tramonto!
Vicino a noi ritroviamo Ailes et Iles con cui abbiamo passato belle giornate a Tahuata e vediamo la Colombe, che era partita tre ore dopo di noi e arrivata un'ora prima...inutile nasconderlo: abbiamo rosicato!!
Il giorno dopo ci infiliamo le mute e andiamo a fare una perlustrazione con i fuciletti. Ci sono tanti pesci ma la maggiorparte sono pesciolini colorati, non commestibili e anche quelli che forse si potrebbero mangiare li lasciamo li per paura della ciguatera che da queste parti colpisce quasi tutti i pescetti che mangiano i coralli e tutti i pesci che mangiano i pesci che mangiano i coralli...e gli uomini che mangiano i pesci che mangiano i pesci che mangiano i coralli! I marchesiani se ne fregano, dicono che il pesce è troppo buono e anche se poi gli viene la ciguatera pazienza, si faranno iniettare il siero, ma non possono certo rinunciare a mangiare il pesce! Al mercato se chiedi un pesce è facile sentirti rispondere "no, questo non è per voi, ha la ciguatera!" ma loro lo vendono, lo comprano e lo mangiano.
Il giorno dopo ancora è una "giornata veramente tanta", piena piena. La mattina Ale si dedica alla pulizia della carena, non l'avevamo più pulita dalle Galapagos e sul fondo della barca c'era uno strato di insalata, cozze, cirripedi, patelle, denti di cane, gamberetti...insomma un fritto misto! Verso mezzogiorno andiamo a terra a mangiare con Claude e Jeanne a casa di una coppia marchesiana, Maria e il marito (dal nome marchesiano impossibile da ricordare).
Ci accolgono con un piatto pieno di fettine sottili di manioca e di albero del pane fritte, meglio delle chips; dentro una cariola c'è il bbcue con la brace che cuoce il maialetto e nella pentolona in cucina ci sono i granchi di sabbia, delle specie di granseole cotte con il latte di cocco. Noi portiamo un pò di vino, dei biscotti e passiamo veramente una bella giornata. Dopo aver mangiato e bevuto iniziamo a parlare dei tatuaggi. Il marito scompare e riappare dopo cinque minuti con una scatola di plastica con dentro tutta "l'attrezzatura". Dire artigianale è dire poco: usa un rasoio elettrico modificato con un ago al posto della testina con le lame e alimentato con 3 pile da 1.5volt (quelle grosse) tenute insieme da scotch marrone ed elastici vari. IRRESISTIBILE!...Gli aghi sono sterilizzati e li apre davanti a noi...
Ale torna in barca a rasarsi e a prendere l'alcool, io parlo con lui dei disegni e dopo un paio d'ore torniamo in barca con "un branco di delfini" tatuati sulle spalle! D'altro canto se
Che bei momenti da ricordare, quante belle cose sono associate a questi delfinetti tatuati ad Anaho, il paesino più piccolo a nord delle Marchesi.
Nel frattempo il manghetto si starà chiedendo "ma che genitori mi sono andato a scegliere!!??"
:)
Dobbiamo tornare a Taiohae, siamo tristi di lasciare la baia di Anaho e i nuovi amici, ma tiriamo su le vele e questa volta passando da est torniamo verso sud con un bel vento al traverso all'inizio, poi il vento cala e ci ritroviamo col solito pochissimo vento in poppa e l'onda al traverso...mannaggiaaalpacifiiicooo!! ;)
La costa est di Nuku Hiva è bellissima, ci sono dei tratti con delle montagne verdi che cadono a strapiombo su strisce di spiaggia bianca e altri tratti con delle rocce marroni (sembrano le sculture di cosetta ) che si tuffano dritte nel mare. Sott'acqua è lo stesso: non ci sono scogli bassi: le isole si immergono dritte per trenta, quaranta metri e quando fai snorkeling le pareti sommerse mettono le vertigini.