Il diario di bordo su Adaro
maggio2009

 

NEWS:

  • Ad agosto un giro delle Fiji
  • C'è posto per 4 persone, se vuoi venire con noi mandaci una mail!

 

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maggio ad Apataki e Toau, Tuamotu


26 maggio Apataki

È quasi mezzogiorno, stiamo navigando da un’oretta e ci stiamo spostando dalla casa di Hassam a sud di Apataki verso l’isola a metà strada verso la pass. Giulia dormicchia, Vittorio timona, Ale controlla a prua i panettoni. La pentola a pressione fischia con dentro il polpo che ci hanno regalato ieri Alfred e Tony.
Siamo arrivati ad Apataki qualche giorno fa. In questi atolli si perde completamente la cognizione del tempo. Non c’è niente, o quasi niente. La pass per entrare è più semplice di quello che sembrava dalla guida e dalle carte sul computer. La guida che abbiamo, la Charlie’s charts dovrebbe essere aggiornata! Ormai hanno messo boe, cardinale e lucine un pò ovunque e le entrate negli atolli sono relativamente semplici. Bisogna sempre fare attenzione alla corrente. Anche li abbiamo qualche dubbio sui dati del programma delle correnti, bisogna sempre arrivare e guardarsi intorno! Per entrare ad Apataki per esempio, c’è un allineamento di due pilastroni bianchi da lasciare poi a sinistra. Una volta entrati nella pass c’è il villaggio con un moletto dove attracca tutti i martedi la nave che porta i rifornimenti, volendo ci si può fermare li e aspettare che la marea stalli per proseguire. Più avanti c’è un canale con due boe verdi e due rosse. La corrente li è più forte e abbiamo dato parecchio motore, ma le indicazioni sono ottime! Una volta nella pass la strada è abbastanza pulita, ci sono qua e la dei panettoni, ma Ale è sempre a prua con gli occhioni ben aperti. Per radio Andrea ci ha consigliato di fermarci da Hassam dall’altro lato della laguna, a sud...vediamo delle barche ormeggiate e andiamo verso un isolotto. Molto bello. Ci sono dei ragazzi che fanno la festa sul motu e ci dicono che abbiamo sbagliato strada: Hassam è ancora più in la. Bisognava andare per 90° dall’entrata e non per i 115 che abbiamo seguito noi. Il posto è bellissimo e ci fermiamo un paio di giorni per riposarci un pò e fare qualche bel giretto con la maschera. La spiaggia è comodissima per i bagni con Giulia, il pomeriggio mentre la piccola dorme prendo la mia mascherina e le mie pinnette e me ne vado di panettone in panettone. Incontro due belle cerniotte, tanti pesciolini colorati e vedo i più bei coralli della polinesia finora. Sono tutti vivi, dei rami enormi. Ad un certo punto mi giro e a due metri da me c'è uno squaletto di un metro...niente di chè ma fa sempre un pò impressione! io proseguo la mia strada e lui la sua, meno male non doveva essere particolarmente affamato visto che ha snobbato le mie chiappette sempre più appetitose!!!
A terra la spiaggia è tutta corallosa e Vittorio che era sceso senza ciabatte....se le fa prestare da una piccola polinesiana!! Eh, si...ci mettiamo a chiacchierare con i ragazzi e ci portano in giro e ci raccontano che su quell’isola c’è un Marè, una scultura antica.

È una donna e i pescatori passano apposta di li per incoronarla con corone di fiori e foglie per propiziarsi una buona pesca. Se non ce l’avessero spiegato forse non avremmo neanche notato i 2 sassi con qualche erbetta sopra, ma effettivamente una volta capito il significato tutto è chiaro e poetico! Ci hanno detto che se non passi per quest’isola e non saluti il Marè, è come se non fossi passato per Apataki...meno male che ci siamo sbagliati allora!!

A bordo tutto procede, i ritmi stanno tornando quelli più “polinesiani”, ritroviamo i soliti appuntamenti: il bagno, il pranzo...la radio! Giulia in braccio ad Ale comincia a cigolare e Ale le da il microfono...a 5 mesi dice la sua sulla “quattordicimila”! L’appuntamento radio è sempre piacevole. Il contatto con gli altri italiani in navigazione e in giro per i mari, gli scambi di informazioni, gli aneddoti raccontati ed ascoltati. In questo periodo a volte sentiamo gli amici delle San Blas, poi ci sono un pò di barche che stanno arrivando in polinesia, poi c’è Zio Bruno che è atterrato alle Marchesi. Dopo tanti anni a Panama ha finalmente mollato il porto di Colon (che tra l’altro non esiste più visto che è stato spazzato via dalle ruspe in un blitz notturno) e ha attraversato il canale e navigato il Pacifico. Un mito.
Dopo qualche giorno decidiamo di andare a trovare Hassam. Ce ne parlano tutti bene. Andiamo a vedere....qualche ora di navigazione nella laguna, sempre con gli occhi ben aperti e arriviamo all’ormeggio. Ci sono delle boe. Accanto a noi due barchini di francesi con tanti bimbi a bordo e un catamarano, anche lui con 3 ragazzini a bordo ma...senza albero (perso in traversata). Hanno continuato fin li a motore. Si sono presi un anno sabatico e tra qualche settimana devono rientrare in Francia e il programma era di lasciare il catamarano alla sorella di lui per il suo anno sabatico!! Poretta!! Inizia bene...

Hassam è un signore sulla sessantina con un bel sorriso. L’accoglienza è calorosa. Sull’isola vivono lui, la moglie, il figlio Alfred di una quarantina d’anni con la moglie e il loro figlio Tony di vent’anni. Sono una bella famiglia misto polinesiano/cinese e infatti hanno la gentilezza dei polinesiani e la bravura dei cinesi nel far funzionare le cose.

Alfred sta mettendo su un cantiere. Ha preparato uno spiazzo dove metterà le barche direttamente per terra, con una buca per le appendici, posate su pneumatici. Ha ordinato una macchina in francia che dovrebbe arrivare tra qualche settimana e che farà su e giù per uno scivolo già pronto per prendere le barche in mare e metterle a terra. È molto ottimista sui tempi e sulle potenzialità del cantiere e in effetti potrebbe essere un posto buono per fare carena o per tirar su la barca in caso di necessità senza andare alle isole della società. Certo lasciare la barca qui alle Tuamotu nella stagione dei cicloni forse non è proprio il massimo della tranquillità, ma è anche vero che sono posate a terra nella buca...bisogna vedere...
Oltre al cantiere hanno tantissime altre attività. La sera Pauline, la moglie di Alfred, prepara la cena per i “turisti”. Il menu è da concordare la mattina, ma la maggiorparte delle persone sceglie la bistecca e le patatine fritte! Peccato perchè qualche piatto polinesiano ce lo saremmo mangiato volentieri, per non parlare delle “antenne”...ma Alfred e Tony sono andati a cercarle l’altra notte ma era troppo calmo e non c’erano. Qui le aragoste la notte salgono sul reef per venire a mangiare le alghe, portate su dalle onde e basta camminare sul reef con una luce per raccoglierle come le foglie in autunno...cosi ci hanno detto...solo che in questi giorni non ci sono onde e le aragoste non riescono a salire, ahinoi!
La cena è stata molto carina. Siamo arrivati il pomeriggio, abbiamo fatto una bella passeggiata sul lato dell’isola col reef, aperto sul Pacifico. Una spiaggiona di coralli con tante conchiglie e qualche ago di “oursin crayon” ovvero riccio matita: un tipo di riccio con degli aculei che sembrano le matitine di ikea, sono viola e sono molto belli per farci delle collanine o degli oggettini. Poi tornati dalla passeggiata ci siamo seduti al tavolone di fronte al tramonto sulla laguna completamente piatta. Uno spettacolo bellissimo. Per mandar via mosche e zanzare hanno acceso un fuoco con i gusci dei cocchi e quando siamo tornati in barca Giulia (come tutti noi) aveva un magnifico profumino di affumicato!! Alfred, Pauline e Tony sono rimasti a tavola con noi mentre mangiavamo, ci hanno raccontato un sacco di cose ed è stata proprio una bella serata.
Il giorno dopo ci hanno fatto visitare l’isola, ci hanno raccontato dove e come vogliono fare il cantiere, ci hanno spiegato, e finalmente ho capito, come funziona e a cosa serve la corpah e come nascono le perle.

IL COCCO


Il cocco per i polinesiani è un albero “sacro”. Serve per tantissime cose, dà riparo, ombra, ci si costruiscono le case, si mangia, si beve l’acqua, si cucina col latte, si vende, serve per produrre il monoi e per fare il fuoco. Insomma, si usa tutto...l’unica cosa a cui bisogna fare attenzione è a non camminarci sotto xchè....vedi mai te casca un cocco in testa!!!
Anche a San Blas, i Kuna vivevano della raccolta e della vendita del cocco ai Panamensi. Qui ad Apataki la famiglia di hassam vende 200 cocchi a settimana ai ristoranti di tahiti. La maggior parte dei piatti polinesiani si cucina col latte di cocco che non è il liquido che sta dentro ai cocchi. Per fare il latte bisogna grattuggiare la polpa (e qui hanno una specie di lima per grattarlo a mano o una fresa elettrica con una bacinella intorno), poi si strizza la polpa in uno straccio (pulito) e ne esce un liquido bianco, denso: questo è il latte di cocco....che delizia con il pesce crudo!
L’acqua di cocco, invece, è ottima per lo stomaco. È assolutamente sterile ed è una bevanda dolce, rinfrescante e gustosa. Pare faccia aumentare la produzione di latte nelle mamme...infatti ne bevo sempre tantissimo e Giulia non si lamenta!
A volte sulle spiagge si trovano dei cocchi che iniziano a germogliare, hanno una fogliolina che comincia ad uscire dalla corteccia. Se apri quei cocchi li trovi all’interno un nucleo dalla consistenza spugnosa. Si mangia anche quello e pare sia molto ricco in sali minerali e tante altre “cose buone”. Il gusto è buono e lo usano anche per fare il Pain au coco.
Con le foglie di cocco qui in Polinesia ci fanno di tutto: le intrecciano in vari modi e costruiscono paraventi e tetti delle case, e finalmente ho capito come si fa e a cosa serve la COPRAH. Si usa per fare il monoi: un olio molto usato qui per i massaggi, come protezione per le zanzare che scivolano sull’olio e non rierscono a pizzicare la pelle. A volte lo aromatizzano con la citronella o con il Tiare per dargli un buon profumo. Le polinesiane mettono il monoi sulla pelle dopo aver preso il sole e anche sui capelli per renderli più lucidi e per rafforzarli e in effetti a volte vedi delle ragazze con delle chiome da far invidia a Furia cavallo del west.
Per fare la copra, si raccoglie il cocco, si apre e si lascia seccare un paio di giorni, poi si leva la polpa e si mette la polpa a seccare un altro paio di giorni. La corteccia si tiene per fare il fuoco e la polpa secca si vende per fare il monoi e anche, pare, per fare il sapone di marsiglia!
Quanti utilizzi eh questo cocco...ma la cosa più “poetica” ce l’ha detta Alfred mentre passeggiavamo: “il cocco da i frutti solo se sta vicino all’uomo!” Un vero aiuto, un amico...ci è sembrata una cosa un pò forzata, ma bella però!

LE PERLE


La famiglia Hassam ha anche un altro business: una “ferme perlière”. Fino a qualche tempo fa alle Tuamotu ce n’erano tantissime, poi la maggior parte ha chiuso o è stata abbandonata e ora ad Apataki ci sono solo loro che producono le perle. È un lavoro lungo: prima si mettono in acqua delle cime con dei pennacchietti (ora le cime stavano ad asciugare lungo la strada, una ferrovia di cime) e li si attaccano le “nacres”, le nacchere da ostrica. Devono crescere per un paio d’anni poi vengono tirate fuori e lavorate. Bisogna “griffarle” ovvero aprirle appena, iserire la “griffe” ovvero un nucleo di madreperla di meno di un millimetro, intorno al quale poi l’ostrica, in poco più di un anno, costruirà la perla. La qualità della perla dipende soprattutto da questa operazione di griffaggio. È un lavoro da chirurgo che viene fatto da esperti e qui fanno venire delle ragazze cinesi che vengono apposta per un mesetto.
Le ostriche sono un pò come le mamme con i figli: ogni ostrica può fare più perle, di solito due o tre, ma ci sono anche osriche che non ne fanno o ostriche che riescono a farne cinque o sei, ovviamente in cicli diversi!
Quelle che finora ho sempre pensato fossero le ostriche da perla, quelle belle conchiglione con le labbra colorate di blu, verde, viola, giallo che ammiravo tanto nelle immersioni...sono altre conchiglie e non fanno assolutamente le perle! Finalmente inizio a capirci qualcosa!
Anche i gusci delle ostriche sono riutilizzati: Alfred ha 6 torni (o mole) uno accanto all’altro con diverse carte vetrate e spugnette per pulire le nacchere. Le fa diventare lucide lucide e poi le vende ai gioiellieri di Tahiti che le regalano ai clienti. Prima di partire ce ne ha regalate una per uno anche a noi e cosi siamo partiti con un altro souvenir!

Le giornate ad Apataki da Hassam sono volate tra bagni in mare, passeggiate sulla spiaggia e grandi chiacchierate. Giulia ha fatto il suo primo bagnetto con i braccioli, è rimasta da sola a galla...per 3 secondi! Un’altro modo di fare il bagno che le piace tantissimo è nel pozzetto dentro al secchio! Rimane addirittura in piedi da sola e si senti fierissima!
Alfred ci ha mostrato anche atri alberi: quello con cui costruiscono le case e l’albero che da il frutto con cui si fa la Hinano, la birra locale e l'albero del Tamanù con cui si prepara un olio che guarisce ferite, bruciature e arrossamenti vari della pelle.

La sera ci sono uno squalo, una manta e un pesce pappagallo che vanno a cena in spiaggia proprio sotto al pontile di Hassam. La sera prima della nostra partenza, mentre stavamo salutando tutti, Tony ci urla "lo volete un polipo?"...e noi..."Magaaaari"...e allora abbiamo visto Tony correre a prendere il fucile, scendere in spiaggia e...zak...due polpetti ignari del loro triste destino, se ne andavano girando per la spiaggia all'imbrunire e sono finiti....nella pentola a pressione!

È stato proprio un bell’incontro, belle persone, bel posto. È proprio vero che il vero valore del viaggio sono gli incontri, le persone con cui condividi dei bei momenti....ma bisogna continuare! Ci muoviamo verso la pass e ci fermiamo a dormire all’isoletta del Marè poi il giorno dopo continuiamo vero Toau, un altro atollo dove tutti ci hanno consigliato l’anse Amyot.

 

 


fine maggio Toau, Asnse Amyot

Eccoci all'Anse Amyot, dove Claude e Jeanne hanno passato un mese. Effettivamente ora capiamo il perchè: è un'ansa e non bisogna entrare nella laguna, quindi tutto è più semplice non hai problemi di correnti entranti e uscenti...ci sono delle boe par ormeggiare e anche quello semplifica...il posto è bellissimo e si sta bene anche con 25 nodi di maramù,...e poi a terra ci sono Gaston e Valentine che sono veramente molto accoglienti. A dire il vero l'entrata è semplicissima una volta che sei allineato bene, mentre se arrivi da una prospettiva diversa vedi solo frangere i reef e le boe rossa e verde ti sembrano messe a caso. Basta avvicinarsi per vedere le due boe bianche di allineamento, et les jeux sont faits.

A terra ci sono un pò di casette e la nipote di Valentine con il fidanzato hanno messo su un "albergo", si tratta di 4 bungalow sulla spiaggia, molto carini, che affittano ai turisti di passaggio...certo viene da chiedersi "chi passa di qua..." ma avranno fatto la loro analisi di mercato!!
Gli abitanti dell'isola sono GeV, la famiglia della sorella di V, Philippe che era il compagno della mamma di V...e come umani ci siamo, ma poi c'è un uccellone, una fregata, che sta sempre allo stesso posto al moletto, 2 cani neri che stanno sempre insieme e che ti seguono appena scendi a terra e ti accompagnano a fare le passeggiate e poi un cane biondo che invece non va molto d'accordo con gli altri due ma è molto amichevole e da la zampa a tutti!!

Vicino a noi su altre boe ci sono una barca francese ed una inglese. La sera andiamo tutti a cena a terra. Gaston cuoce le aragoste e Valentine ha preparato un pane al cocco, una focaccia col pesce (molto buona ma mooooolto agliata), del pesce crudo al cocco e del pesce fritto.

Passiamo una bellissima serata, con tante chiacchiere e tantissimo buon cibo. L'accoglienza è simpaticissima, Valentine ha apparecchiato la tavola con bei piatti belle posate e tanti fiori, Gaston si dedica alle antenne.
Ale si sbizzarrisce con le chele e mentre noi mangiamo il dolce, lui continua a sgranocchiarsi le aragoste e a riempire un piatto di una montagna di chele...finalmente le antenneeeeeee!! In tutto questo Giulia sta nel suo passeggino, sorride a tutti poi la prendo un pò nel marsupio, la cullo, le canto all'orecchio le solite canzoncine e piano piano posa la sua testolina sul mio petto e chiude gli occhioni belli. good nigh sweetie.

Il giorno dopo Valentine ci mostra come si greffano le ostriche per fare le perle. Il povero Gaston va in mare a prendere le conchiglie poi Valentine apparecchia la tavola con strumenti quasi da chirurgo e si mette all'opera: bisogna aprire la conchiglia per poter passare con gli strumenti, poi si leva la perla già formata e si inserisce nella stessa sacca un'altra biglia (fatta di un materiale conchiglioso) e intorno alla biglia l'ostrica formerà la perla. Bisogna fare il tutto con grande precisione, la biglia va inserita in una sacca particolare dell'ostrica, non a casaccio e deve avere grossomodo le dimensioni della perla appena levata. Ad Apataki Pauline ci ha detto che le sue ostriche le greffa con delle biglie di 0.8 mm, mentre Valentine je dà de biglie di almeno 4 millimetri...certo una volta fatta la perla ti devi fidare...o per vedere com'è la perla devi fare una radiografia.



Comunque dopo qualche ora di lavoro ci troviamo con una ciotolina piena di sale grosso e di perle nere delle tuamotu. A vederle bene, forse ce n'è una sola di nera, le altre hanno dei colori bellissimi: rosa, oro, verde, blu, melanzana...poi ce ne sono (poche) tonde tonde e tante belle sbitorzolute, e poche senza difetti...ma è cosi: per una perla eccezionale ce ne sono tantissime cosicosi!

Fuori c'è sempre il Maramu. Abbiamo scaricato le cartine meteo e a quanto pare resterà cosi per qualche giorno e poi si calmerà del tutto, quindi decidiamo di saltare Fakarava per non farci 30 miglia con vento e mare dritti sul naso e andiamo direttamente a Papeete cosi Vittorio prende l'aereo direttamente da li e noi facciamo le spese per la barca. Il motore a volte scalda ma è sempre più evidente che il problema sta nello strumento che misura il calore, bisognerà cambiare sonda e strumento. Poi abbiamo urgente bisogno di ciabatte nuove, visto che quelle comprate prima di partire alla COOP di Amelia hanno ceduto sotto i coralli delle Tuamotu e le Crocks di Panama pure hanno fatto i loro tempo!

Il pomeriggio andiamo a fare un ultimo giretto a terra per salutare Valentine e Gaston. Valentine ci regala qualche papaya per giulia e una perla per me e una per la piccoletta. Ci mostra tutta fiera il suo orto con cetrioli e pomodori (effettivamente ci sono dei cetrioloni niente male!!), ci fa firmare il libro degli ospiti e ci abbraccia forte forte. Nel frattempo scende a terra anche un'altra coppia arrivata nella notte. Hanno un regalo per Giulia!!! una piscinetta gonfiabile per fare il bagno in pozzetto!!! bellissimoooo!!! :)

Ed eccoci pronti per partire. La prima notte di navigazione è stata piuttosto movimentata, c'erano una ventina di nodi di vento al lasco e tanto mare, mannaggia mannaggia sempre un pò al traverso...si ballava parecchio ma Giulia ha dormito comunque benissimo dopo aver occupato tutto il letto e avermi messo in un angoletto!! ad un certo punto mi sono alzata a fare 2 passi e quando sono tornata l'ho trovata in posizione perfetta: pancia in giù, braccia e gambe allargate per stare il più ferma possibile, di traverso rispetto al letto...insomma la miglior posizione possibile con quelle condizione!! incredibile che senso del mare!!! :)
Ad un certo punto ho guardato il GPS e facevamo quasi 10 nodi.....mammamia che brivido su Adaro!! abbiamo subito ridotto!! via la trinchetta, si rimane con randa e fiocco...poi nel corso della notte piano piano scende anche la randa e la velocità rimane circa la stessa...si va che si vola!!
Il secondo giorno superiamo l'altra barca che era partita un'oretta prima di noi, li sentiamo al vhf e ci dicono che loro hanno deciso di rallentare per non arrivare troppo presto, di notte, a papeete...ma mancano ancora 100 miglia, Ale, prudente, decide di continuare cosi e poi semmai rallentare dopo...e infatti nella notte il vento casca, il mare pure per fortuna, e arriviamo davanti alla pass di Papeete al sorgere del giorno.

A Marina Taina hanno messo delle boe! ci sono tantissime barche, ma proprio tante!!! per fortuna troviamo una boa libera et voilà...benvenuti a Tahiti! Ale e Vittorio vanno a terra e tornano con delle bisteccone deliziose! io ne divoro due con un pò d'insalata...che buone!! Fa veramente molto molto caldo. Verso le 5 il sole comincia a scendere e anche noi decidiamo di scendere a terra...un giro da Carrefour e compriamo finalmente le ciabattine nuove!! wowwww...e io butto dopo anni e anni le mie birkenstock col fiore che ormai non ce la facevano proprio più!!! Ci fermiamo al baretto di Marina Taina per un aperitivo, Ale preferisce il gelato di MacDo, ma Vittorio ed io ci gustiamo due bei cocktail!!

E' un anno che giriamo per la polinesia, tra un pò dovremo uscire (senno bisogna papetizzare la barca e pagare un sacco di tasse)...e poi abbiamo anche voglia di vedere altre cose, conoscere altre culture, altre persone...beh, abbiamo ancora un mesetto...torneremo a salutare gli amici a Raiatea e poi ...via verso ovest!

>> aprile maggio

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