16 novembre
Bundaberg, Australia
Con il blog eravamo rimasti alle Vava’u, Tonga. Non è passato molto tempo, ma quante cose sono successe in quest’ultimo mesetto. Una serie di sfighe o di fortune a seconda dei punti di vista!
A dare il via alla serie, ancora alle Tonga, un mio tuffo dal gommone direttamente su un serpentello di mare, di quelli che di solito non attaccano, ma se ti mordono in 5 minuti sei secco...beh, il mio tuffetto deve averlo spaventato perchè mi ha attaccato al polpaccio. Per fortuna hanno la bocca piccola piccola e riescono ad iniettare il veleno solo se ti mordono in mezzo alle dita quindi il mio tonico polpaccetto non è stato intaccato! Evvai un pò di strizza ma niente di grave.
Poi c’è stato lo tsunami. Grande paura soprattutto in Italia da parenti e amici che ascoltavano la TV, da noi in barca non abbiamo sentito quasi nulla, per fortuna!
I programmi erano di andare in Nuova Zelanda dopo le Tonga, ma poi una notte Ale si è svegliato e abbiamo cambiato programmi: si va in Australia...
Come mai? Perchè verso giugno dovrebbe arrivare un altro marinaretto/a J . Eh si, come lasciare sola Giulia? E a giugno in NZ fa veramente troppo freddo, quindi...via...Australia aspettaci....e una volta presa la decisione in mezzo alla notte, il giorno dopo abbiamo pulito un pò la carena, fatto l’uscita alla dogana, schivato un altro tsunami che stava arrivando dalle vanuatu e via....siamo partiti.
Prima giornata con bel vento, la barca “volava” a piu di 8 nodi e il programma di navigazione ci diceva che in 5 gg saremmo arrivati in Caledonia...5 giorni un par de scatole!.... secondo giorno comincia a calare il vento. Tra le Tonga e le Fiji ci sono una trentina di volcani sommersi non segnalati sulle carte che bisogna comunque schivare e noi facciamo lo slalom a vela finche di notte (ovvio), porprio vicino a un isoletta (neanche un volcano sommerso), ci gira il vento e ci spinge dritti sull’isola..passa il tempo e l’isola sta sempre la...dopo qualche ora accendiamo il motore e in un altro paio d’ore ci leviamo l’isola dalle scatole...ma che strano rumore però che fa il motore...
Passa un altro giorno e il vento ci abbandona. Vabè andiamo un pò a motore. Ma proprio un pò: dopo un’oretta si spegne e non ne vuol sapere di ripartire. Ale controlla i filtri, ok; cambia la pompa-c: il motore va una mezz’oretta e poi si rispegne; leva qua, leva la, salta qua salta la dopo una giornata di lavoro ci troviamo con un serbatoio del gommone in pozzetto che porta la nafta direttamente nella pompa a iniezione del motore. Accendiamo. Va mezz’ora e poi si rispegne. Cazzo!
Vabè, siamo una barca a vela, ci sta. Meno male ci sono le vele. Prima o poi il vento tornerà e andremo avanti. Tanto siamo tutti e 3 qui, il tempo è bello, c’è un bel sole, il mare è calmo, la barca piatta, sembra di stare fermi...in effetti stiamo fermi! Ciondoliamo per un paio di giorni in mezzo al pacifico. Una sera al tramonto il sole ci entrava dal pozzetto...hum...stiamo tornando indietro? Beh tanto a questa velocità cambia poco!
Le giornate passano lentamente e le miglia all’atterraggio calano ancora più lentamente. A un certo punto la corrente che da queste parti in questo periodo dovrebbe spingerci verso Noumea decide anche lei di modificare i suoi piani. Zero vento, corrente contro. Riusciremo a vedere un “-“ sul GPS? Andiamo a -1 nodo!...t’immagini...invece no. A zero si ferma! Boh. Forse per non deprimerci.
Poi finalmente torna una brezzolina e si riparte. Piano, piano, a 2 nodi, 2 e mezzo...ma sono sempre miglia di avvicinamento che si guadagnano, si ricomincia a sentire lo scrosciare dell’acqua sulla prua dello scafo. Si va piano ma si va. Bella sensazione...ma Giulia è un pò calda. Le misuriamo la febbre: 38.5. La sua prima febbre da quando è nata. Proprio ora. Vabè...meno male abbiamo il doliprane. Si ciuccia lo sciroppetto e la febbre cala in un attimo. Ottimo. Il giorno dopo ci svegliamo, c’è il sole, facciamo quasi 4 nodi. Si vola. Giulia ha la fronte fresca, evviva. Facciamo colazione e le levo la magliettina...ha pancia e schiena ricoperte di bollicine rosse. Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa....che sarà? Un’allergia al paracetamolo? Meno male ci avviciniamo alla terra, sennò se fosse successo qualche giorno prima nella calma piatta sarebbe stato da dare le testate al muro. In un paio di gironi le bollicine spariscono del tutto da sole e la terra è sempre più vicina. Certo senza motore ci rimane l’ansia dell’atterraggio, dell’entrata nella pass e della navigazione tra i coralli dentro alla laguna. Ma siamo una barca a vela, c’è vento, speriamo bene.
Ci sono delle navigazioni pesanti dal punto di vista fisico, navigazioni con barca sempre inclinata che stunk stunk sbatte con la prua sulle onde, e ci sono navigazioni pesanti dal punto di vista psicologico. Ecco questa dal punto di vista fisico è stata una passeggiata, ma di testa ci ha segnati, inutile nasconderlo, è stata dura.
Vabè c’è ancora l’arrivo. Ovviamente ci avviciniamo alla pass nel primo pomeriggio, mai che si riuscisse ad arrivare di prima mattina! Il reef si vede abbastanza bene, sempre meglio man mano che ci si avvicina. Per radio gli amici ci avevano rassicurati che le carte sono abbastanza precise (contrariamente alle samoa, tonga, fiji...).Ora vento ce n’è. Per fortuna in poppa, per attraversare la pass dobbiamo orzare, si va veloci. Ale ed io controlliamo la “strada” e ci alterniamo al timone, Giulia nel suo “pollaio” urla urla urlaaaa.... abbiamo il reef a 50 metri sulla destra, si vede la fine, l’entrata nella laguna della Nuova Caledonia. Le carte ci rassicurano. Via, via via...siamo dentro! E mo? Intanto il tempo passa, ci mancano ancora tante miglia. Riusciremo ad arrivare a Noumea con la luce? Tanto non ci sono altre possibilità, bisogna andare avanti, qui in mezzo a reef e coralli non ci si può fermare. C’è un isola che potrebbe ridossare ma solo a guardarla ci mette i brividi, ci teniamo lontani e veleggiamo verso Noumea guardando fuori (ma si vede poco e sempre meno) e a questo punto affidandoci alle cartine. Speriamo che siano effettivamente precise come ci hanno detto... alle 8 ore tongane, 6 ore locali arriviamo alla baia di Noumea. Ovviamente all’imbrunire. Si vedono fari rossi e verdi e le barche all’ormeggio. Ci siamo quasi. Quasi!...viriamo per entrare nella baia e....cazzo la scotta fiocco è incastrata nella trinchetta appena tirata giù! Ufffffffffffffffffffffffffaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.....ovviamente vicino ci sono barche e terra....ma per fortuna vicino sentiamo anche, da un gommone, un bellissimo “ buona seraaaaaaaaaa!!!!”. Si, in Italiano! È Giorgio che sapeva del nostro arrivo dagli “ahu” che è venuto a darci una mano. Ci agganciamo al suo gommone e lui ci spinge per una cinquantina di metri. Ale a prua prepara l’ancora. Drrrrrrrrrrrrrrrrrrr.....la sento scendere. Evvivaaaaaaaaaaa!!! Intanto Giulia nel pollaio si è risvegliata e urla urla urla. La barca è ferma. La vado a coccolare, un pò di tetta....ma non si riaddormenta. Invitiamo Giorgio e Wendy a bordo per un brindisi e ci gustiamo un prosecchino fresco fresco tutti e 5: si, anche Giulia fa cincin con noi e tira fuori la lingua per avere un’altra goccia.
Dopo 12 giorni (alla faccia dei 5) eccoci i Nuova Caledonia, la barca è ferma e siamo arrivati. Staimo tutti bene, molto stanchi, un pò provati, ma bene!
La notte dormiamo tutti e 3 come dei sassi. Tutta la notte! Sogni d’oro.
Il giorno dopo entriamo nel porto di Noumea. Wow.....che shok rispetto alle isole visitate negli ultimi anni! Sembra di stare in costa azzurra! ah...per entrare Giorgio ci scorta col gommone, proviamo ad accendere il motore e parte...sarà la solita mezz’oretta...si fermerà proprio all’entrata del marina...e invece no. Non si ferma. Va. Abbracciamo un pontile, e lo continuiamo a far girare...e va. Mistero....
Il mistero è presto risolto. Ale apre i serbatoio della nafta e in fondo ci sono 5 cm buoni di fango. Che bella schifezza ci hanno dato a Tahiti. O forse si è sporcato, o forse gli additivi, o forse...fatto sta che Ale si fa una giornata avanti e indietro col gommone per scaricare la nafta sporca da un rottamaio che è molto contento di recuperare 400 litri di nafta, sporca certo, ma sempre nafta! Intanto inbarca c’è un odore nauseabondo di nafta, Ale ha le braccia piene di graffi, per accedere al fondo dei serbatoi deve fare un buco in una paratia di alluminio per poterci passare la mano e pulirli, un lavoraccio.... ma la sera i serbatoi sono pulitissimi, ci si potrebbe mangiare!... Li riempiamo con un pò di nafta pulita pulita e il motore ringrazia e parte alla grande! Evviva! Ci siamo risparmiati la spesa del meccanico/gioielliere caledoniano. Si la NC è molto bella e molto ricca e i prezzi sono finora i più cari del mondo! Costa tutto tantissimo, tranne i gamberi! E allora via con spadellate di gameroni!!
La città, Noumea, è molto vivace, c’è un bel mercato, la mattina ci facciamo ricchi pain au chocolat, visitiamo qualche museo e ci godiamo belle passeggiate con Giulia nel passeggino alla sera. Unico neo, Ale ha un pò di mal di pancia....un giorno, due giorni, tre giorni....incontriamo Fred, un amico medico conosciuto a Raiatea e ci da del malox e degli antibiotici da iniettare, vedi mai fosse appendicite...un’altro giorno...sempre più male. Vabè facciamo un salto in ospedale. Analisi del sangue, un’ecografia e .. “prego, si accomodi pure, domattina la operiamo di appendicite!....”
In ospedale sono tutti gentilissimi. Noi facciamo presente che non siamo assicurati e ci ripondono che il Direttore ha detto che non c’erano problemi, che avrebbe risolto lui la cosa col console onorario...ok! ottimo!
Ale rimane a dormire in ospedale, il giorno dopo di mattina lo operano, alle due lo andiamo a trovare ed è già bello arzillo e affamato, ma la sera gli danno solo un brodino! Il giorno dopo la mattina lo troviamo in piedi che gira per i corridoi, sempre più affamato e all’una del giorno dopo ritorna, a piedi (che testa), in barca! Sistemato l’aspetto clinico ci aggrediscono quelli dell’amministrazione. Vogliono i soldi! Ma come...il Signor Direttore....ma che ne sa lui, ma che ne so io ma che ne sai tu...vabè, tra una cosa e l’altra gli lasciamo 1700 euro. Tutto sommato è andata di gran lusso che sia successo qui e non in mezzo al mare! E mentre Ale rimane a casa ancora un pò ciancicato con la pancia che tira, Giulia ed io visitiamo TUTTI i musei di Noumea. Bellissima la struttura di Renzo Piano, un pò deludenti i contenuti, interessanti i musei della Caledonia, divertente quello della marina, bello anche l’acquario con le paretone di vetro con tutti i pescetti pesicolini e pescioloni dietro. Vediamo dei Nautilius, scopriamo che in caledonia gli squali si mangiano in media uno sprovveduto l’anno, ammiriamo i colori dei coralli delle anemoni...insomma, niente a che vedere con i nostri soliti snorkeling sui reef, ma mooolto comodo e divertente! Giulia guarda tutto con gli occhioni grandi aperti, si appiccica alle pareti di vetro e i pescetti le vengono vicino.
Passano 4/5 giorni e Ale si sente bene. Il 7 novembre, giorno del mio compleanno, si riparte, prua 260 circa, verso l’Australia.
Una traversata ideale. Una ventina di nodi al lasco/poppa. Il primo giorno facciamo più di 170 miglia, poi ci stabilizziamo sulle 140. Questa volta ci mettiamo veramente 5 giorni per arrivare. Certo quando sei a 500 miglia dalla costa con una bimba piccola a bordo e un’altro in pancia...non te la godi proprio come quando spensierato attraversi gli oceani, responsabile solo di te stesso. Vabè, siamo anche provati da tutte le cose che ci sono successe in quest’ultimo periodo e abbiamo propiro voglia di fermarci un pò, di navigare lungo la costa, di riprendere un pò di fiato. Arriviamo a Bundaberg come al solito all’imbrunire...e quando mai....vabè. Ma che differenza rispetto agli atterraggi negli atolli. Per entrare nel fiume dove c’è il marina e dove bisogna aspettare la dogana per fare l’entrata ci sono tante di quelle boe rosse e verdi che sembra una pista di fiumicino!!! Certo non è mai bello arrivare di notte, ma qui è abbastanza semplice, va! Diamo ancora. Stappiamo il solito spumantino e si dormeeeeeeeeeeee!!!
Ma prima abbiamo salutato Al, l’aloe che stava con noi da anni, dalle San Blas. Eh si, qui lo avrebbero bruciato allora gli abbiamo messo i braccioli di Giulia e lo abbiamo lasciato lungo il fiume, speriamo abbia trovato un angoletto di terra dove crescere sereno. Che tipo anche Al, in navigazione soffriva il mare e diventava tutto marrone, poi come ci fermavamo riprendeva il suo bel colorito verde. Ha salvato il braccio di Ale dopo una bruciatura da “vendetta di aragosta”. Ci è proprio dispiaciuto separarcene!
Siamo a Bundaberg da una settimanella ormai, sabato torniamo in Italia per passare il Natale a casa, molto felici di farci coccolare dai nonni! L’Australia ci ha accolti bene, la dogana è stata molto gentile e hanno regalato a Giulia un libricino da colorare, che lei ha immediatamente strappato e mangiato. Il signore della quarantena è stato anche lui simpatico, d’altro canto non avevamo quasi più niente a bordo. Si è portato via le 2 carote rimaste, ci ha lasciato farina, latte, formaggi.........e si è preso il nostro sacco della spazzatura.........cavolo......dove avevamo “furbamente” nascosto l’ultimo pezzo di grana rimasto! Se lo avessimo lasciato in frigo non l’avrebbe manco guardato!!! Cavolo....e mentre usciva, Giulia lo guardava e con la manina faceva “ciaociao Parmigiano,....” con una lacrimuccia sulla guancia!
Il clima qui a Bundaberg è bellissimo: c’è un bel sole, una bella arietta fresca. Le persone sono gentili, la terra è bella, la città sembra una città della florida, case basse, giardinetti curati....il marina è organizzatissimo e pulitissimo, facciamo 6 lavatrici!
Certo è un pò in mezzo al nulla, a 15km dalla citta. Affittiamo una macchina e ci avventuriamo alla scopderta del Queensland dove si guida al contrario....aiutoooooooooo...mica facile capire dove andare alle rotatorie o agli incroci, ci becchiamo un paio di Fuck quà e Fuck là dai locali che non capiscono le nostre difficoltà, ma piano piano ci abituiamo!
Nel marina c’è una coppia con bimba di 3 anni che hanno appena venduto la barca e noi ereditiamo un sacco di vestitini rosa per Giulia!! Finalmene la vestiamo da femminuccia! E poi ci sono i nostri “gemellini”, la barca come la nostra con susan e wayne. Ieri ci hanno invitato a cena e Giulia si è divertita tantissimo ha mangiato pizza, hamburger e mango, poi appena siamo tornati in barca è crollata!
Ora sono le 8 di mattina, siamo in piedi già da 3 ore...eh si Giulietta si sveglia presto!! Ora sta giocando coi suoi giochetti sparsi in tutta la dinette, Ale è andato a fare dei giri per il cantiere, io ho finalmente trovato 2 minuti per aggiornare il sito...e alle 10 abbiamo il bus per andare in città!
A presto in Italia! Baci da noi3+
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